Dal cuore dell’Italia al cuore dell’Andalusia con Erasmus+
Con tanta emozione ma anche tanta paura, undici ragazzi dell’istituto d’istruzione superiore “Giordano Bruno” di Perugia sono partiti per un viaggio alla scoperta di nuovi orizzonti culturali.
Tra le strade di Jerez de la Frontera, in Andalusia, il gruppo ha trovato il binomio perfetto tra il gusto italiano e l’energia spagnola.
Ma com’è andata?
Il tirocinio
L’esperienza di tirocinio dei ragazzi si è divisa tra moda e biotecnologia, due degli indirizzi dell’istituto accreditato.
Megan e Aurora, studentesse di moda, ci raccontano che nei negozi di abbigliamento locali hanno imparato a imbustare, etichettare e sistemare i capi.
Oltre ad aver scoperto nuove persone, culture e lingue, sono cresciute: hanno stravolto la loro routine, hanno condiviso momenti, ricordi e anche spazi assieme ad altre persone, affrontando anche situazioni inaspettate.
“Per descrivere questa esperienza bisogna averla vissuta sulla propria pelle, a tratti è stato come se già mi sentissi adulta, sono diventata molto più matura, forte, responsabile, ho capito molte cose e ampliato le mie visioni di pensiero.”
“Per descrivere questa esperienza bisogna averla vissuta sulla propria pelle, a tratti è stato come se già mi sentissi adulta, sono diventata molto più matura, forte, responsabile, ho capito molte cose e ampliato le mie visioni di pensiero.”
Jenny e Giorgia hanno svolto il loro tirocinio in un atelier, dove hanno potuto sperimentare la creatività e la manualità nel disegno tecnico: entrambe concordano di aver conosciuto persone cordiali, visitato luoghi incredibili e interagito con una nuova cultura.
“Se mi chiedessero quale è la migliore decisione che ho preso negli ultimi anni, senza dubbio risponderei che è quella di essere partita in Erasmus+.”
“Se mi chiedessero quale è la migliore decisione che ho preso negli ultimi anni, senza dubbio risponderei che è quella di essere partita in Erasmus+.”
Akram ha svolto il suo tirocinio presso una clinica veterinaria nel centro di Jerez: nel suo percorso si è divertito ed ha imparato ad essere più autonomo anche grazie ai compagni di viaggio che vivevano con lui.
Ha appreso nuove conoscenze nel campo veterinario e si è trovato molto bene anche con i colleghi.
“L’Erasmus per noi è un’esperienza indimenticabile, ti insegna ad essere più tollerante nella convivenza con persone che non si conoscono, ma anche a creare relazioni forti.”
Questo è quello che hanno detto Margherita e Miriam della loro esperienza: le ragazze hanno lavorato in una clinica veterinaria, dove hanno avuto l’opportunità di toccare strumenti avanzati e osservato tecniche curative molto particolari.
A Jerez entrambe hanno trovato un luogo sicuro e tranquillo, incontrando persone gentili e disponibili, anche nell’aiutarle con la lingua.
Sofia ed Eleonora hanno svolto il loro tirocinio in un laboratorio che produce cosmetici, dove hanno trovato un ambiente strutturato e dei colleghi accoglienti, che le hanno sempre fatte sentire a loro agio.
“L’Erasmus per come l’ho vissuto io è stata la più importante e formativa esperienza di tutta la mia vita; ho vissuto la sensazione di vivere una vita parallela, con i contorni della vita che già facevo ma in una dimensione del tutto nuova.”
“L’Erasmus per come l’ho vissuto io è stata la più importante e formativa esperienza di tutta la mia vita; ho vissuto la sensazione di vivere una vita parallela, con i contorni della vita che già facevo ma in una dimensione del tutto nuova.”
Vittoria e Giulia hanno svolto il loro tirocinio in un’azienda che produce creme: hanno definito l’esperienza con Erasmus come uno strumento del tempo, necessario per riflettere sulle proprie emozioni.
Conclusioni
Tutti i ragazzi concordano che questa esperienza ha cambiato le loro vite: la sensazione di paura iniziale è subito svanita poiché si sono resi conto di trovarsi in un luogo sicuro e in cui sentirsi quasi come a casa.
Sono cresciuti, maturati e hanno anche acquisito più fiducia in loro stessi.
Hanno affrontato sfide imprevedibili che sono riusciti a superare insieme, potendo contare l’uno sull’altro.
I ragazzi hanno concluso il loro racconto con una citazione di Ryszard Kapuscinski
“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. Comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrere dentro anche dopo che ci siamo fermati. E’ il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile.”
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